Tra le mani Armando aveva una pila di fogli. Pian piano si dirigeva verso il camino di casa. Era in camera, il camino era in sala. Armando si trovò in corridoio, poi in cucina, in bagno, di nuovo in cucina, in camera e così via, perdendosi. In nessuno di quei luoghi faceva qualcosa. Il suo fare era il camminare. I suoi occhi fissavano i fogli che teneva in mano oppure il vuoto. Era come se non riuscisse a decidersi.
Maria lo guardò – Cosa ti affligge? – chiese.
– Li brucio, li brucio tutti. – rispose.
Maria strabuzzò gli occhi. – Li bruci? I fogli? Bruci i racconti? –
– Sì, sì, adesso li brucio tutti. – Disse Armando, poi riprese la porta per il bagno, fece un paio di piroette su se stesso, entrò nella vasca da bagno, ne uscì e poi se ne tornò da Maria.
– Ormai è deciso. –
– Ma è il tuo lavoro degli ultimi anni. – disse Maria.
– Appunto, lavoro. La maggior parte dei lavori sono inutili. Forse non sarebbe così male se ognuno bruciasse il frutto del suo lavoro. –
Maria annuì. – Certo, su questo hai ragione. Ma come puoi bruciare tutto? –
– Lo faccio e basta! – disse Armando e se ne tornò in camera.
Sul balcone due piccioni riposavano sulla ringhiera. Armando sentì il desiderio di scrivere. Sembravano lì per fargli cambiare idea, per convincerlo che stava sbagliando. Armando resistette all’impulso, chiuse gli occhi e cercò di non pensare alla scrittura. – Posso fare altro, posso fare altro. – ripeté. I fogli tra le mani cominciavano a stropicciarsi. Erano tanti e Armando cominciò a sentire la tensione tra i pollici e gli indici. I fogli, quei fogli su cui aveva dissipato la vita; quelle frasi, frasi scavate con le unghie; tutto doveva finire nel fuoco. – Mi sfugge il motivo. – borbottò Maria. – Mi sfugge perché proprio ora. –
– È come un viaggio… – disse Armando. – E’ come se portassi questi racconti in un viaggio. – Maria lo guardò un po’ divertita e un po’ preoccupata. – Tutto questo diventerà cenere, è vero. Ma diventerà anche fumo e fuliggine e il mondo potrà annusarne gli odori e gioirne. –
– Il mondo adora l’odore di fumo e fuliggine… – ironizzò lei.
– Ma non capisci che è l’unico modo che ho per salvare ciò che faccio? – Maria non capiva.
– Non capisci che ciò che ho scritto non sarebbe comprensibile in altro modo? –
– Ma io ho capito ciò che scrivi. Sono belle cose. –
– Già, esatto. È questo il punto. Sono belle cose, e, quando le persone leggono qualcosa di bello sulla carta, si deprimono e demoralizzano. Cominciano col pensare che le cose belle siano solo opera della fantasia, e che è bello solamente perché non è reale. Un ciocco di legna si ruppe in due e il fuoco si riassestò. – Guarda la fuliggine che sale al cielo. La fuliggine si depositerà dove la porterà il vento. E il vento sa dove deve portarla. La porta prima su, quasi sulle nuvole, poi essa discende e, chi ne sentirà l’odore, coglierà anche le parole che ho scritto. –
– Potresti fare il poeta. – ridacchiò Maria.
– Brucerei le poesie. – e adesso anche Armando era un po’ più rilassato. Si sedette sempre con la pila di fogli tra le mani e lasciò che Maria ne prendesse un po’ nelle sue. Armando tenne saldamente la parte inferiore dei fogli. Non voleva mollarla. Maria s’era avvicinata per fargli una carezza, ma poi si era impossessata di tanti fogli. Cominciò con lo scorrerli velocemente, saltando di pagina in pagina, come chi conosce bene un testo perché l’ha letto mille volte. I numeri che reindirizzavano da un paragrafo all’altro; le note colorate per ogni lettura e revisione: prima gialle, poi rosse e poi fino a confondersi tra colori e sfumature. – Potrei riscriverlo io stessa. – mormorò. – Potrei riscriverlo da capo a fine, senza sbagliare una parola. –
– Le parole non si possono sbagliare. – sorrise Armando. – Al limite cambia la storia. –
– Hai capito il senso. – disse Maria noncurante. Sfogliò ancora le pagine. Poi continuò: – Allora? Hai deciso che fare? –
– Sì. Sì. Brucio tutto. – replicò Armando.
– Quindi smetterai di scrivere? E cosa leggerò? – la voce di Maria era triste.
Armando su questo aveva le idee ben chiare: – Niente affatto. Scriverò più di prima, forse sarà l’unica cosa che farò. –
– E poi brucerai tutto? – chiese lei.
– Esatto. Brucerò tutto non appena è stato scritto. –
Armando cominciò a gettare un paio di fogli nel fuoco. Divamparono all’istante.
– Chissà se funzionerà? – si chiese Maria.
Armando guardò la fuliggine salire al cielo, la sua voce era sicura. – Sta già funzionando. –
Poco prima di Natale ho avuto la fortuna di poter partecipare a un evento chiamato…
Armando quel giorno era particolarmente stanco. Tutto, per quanto andasse bene, sembrava metterlo sotto pressione.…
Armando guardò l’orologio e vide il proprio riflesso sul quadrante bianco. Il riflesso però non…
I muri sono muri, lo sono sempre, anche quando le porte sono aperte. Era la…
Pochi di noi riflettono sull’esistenza nella nostra società del carcere. Il carcere è la concretizzazione…
Spesso intraprendiamo delle conversazioni e delle chiacchierate piuttosto inconsapevolmente. Voglio dire che non siamo molto…