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Diario di un periodo di rabbia

L’articolo pubblicato su questa pagina è a rischio fraintendimento: le cose succedono e i pensieri si susseguono, ci sono dei momenti in cui, se il pensiero è staccato da ciò che accade e succede, rischia di essere frainteso. Se vedessimo qualcuno piangere per un lutto ciò ci sembrerebbe normale, se non sapessimo del lutto, e vedessimo una persona piangere, dentro di noi potrebbero nascere molte domande: perché piange? Soffre? Cosa le hanno fatto? E se avessimo altri indizi, magari sbagliati, ecco che, formarsi un’opinione errata è cosa da un attimo.

Ci tengo affinché i fraintendimenti siano minimi, poiché è già difficile comprendere le parole di altre persone. Se poi – come dicevo – il tempo è passato e le emozioni non sono più vive, tutto ciò si rende a maggior ragione necessario.

Ci tengo però anche a preservare la mia libertà di dir quello che penso, nei modi che penso siano giusti e anche in quelli che – sfortunatamente – si rivelano sbagliati. Ciò di cui ho più paura è di non dir le cose, e quindi magari smettere anche di pensarle, per una paura sociale, ovvero il preoccuparsi troppo di ciò che gli altri pensino.

Invito quindi i curiosi, o anche chi è capitato per caso su questa pagina, a interessarsi all’elaborato che da questi articoli – ora censurati – verrà prodotto. Invito tutti, sia quelli che son d’accordo con me, ma soprattutto coloro che son contrari, a leggere questo libricino, sperando possa essere un momento di crescita per tutti quanti.

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Alessandro Oppo

Alessandro è un milanese che vorrebbe scappare da Milano, è appassionato di informatica ma vorrebbe vivere senza telefono, è un artigiano eppure vorrebbe robotizzare tutto, impara una cosa e già vorrebbe studiare dell’altro. Autodidatta da sempre, gli piace sbattere la testa finché tutto non funziona come vuole lui, spesso ci riesce anche! Visita il suo blog personale alexoppo.com Il motto che si ripete dentro la testa è: “Se ci sono riusciti gli altri ci posso riuscire anche io”.

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