In questo articolo ti propongo un esempio di tema sull’amore che ho scritto.
Mi è capitato diverse volte di leggere temi che, pur non avendo alcun errore grammaticale, peccavano di personalità e originalità.
In questo esempio di tema svolto sull’amore spero di riuscire ad essere di ispirazione a qualcuno.
Vi invito anche a vedere questo video dove do alcuni consigli pratici su come scrivere un ottimo tema.
Parlare d’amore è difficile. Non perché lo sia amare, come non lo è soffrire, ma perché l’amore muore dove lo stereotipo nasce. Lo scrittore e psicologo Erich From in “L’arte di amare”, sostiene – e come dargli torto – che prima di amare un altra persona è necessario amare noi stessi. Significa essere in pace con il mondo e questo può avvenire solamente quando si è soddisfatti della propria vita. Quindi l’amore nasce dal vivere quotidiano, dal non essere stressati e aver tempo per pensare, nel fare passeggiate: imparare, lavorare, correre sotto la pioggia.
Tutti questi sono buoni metodi per stare bene, e, come sono infiniti i gusti umani, così lo sono le alchimie fra anime. Ciò che ne scaturisce ha una sua unicità nella ripetitività della storia. Chi è giovane diventerà genitore, poi nonno e così via. Poche parole per riassumere innumerevoli sguardi, frasi, carezze, disaccordi. L’amore non è solamente farfalle nello stomaco, e né trovarsi il partner più bello del mondo o festeggiare gli anniversari: non è facile che si trovi una definizione adatta.
Tante persone potrebbero sostenere che l’amore non esiste, che è una favola; altri invece giurerebbero che è la scintilla che accende la loro giornata, il motivo della loro vita. Ognuno avrebbe ragione e nessuno torto, perché l’importante è che essi amino ciò che definiscono amore, ovvero il significato che danno a quella parola e che differisce da persona a persona. Ma l’amore non è mai lo stesso nemmeno per la medesima persona. Infatti tutti cambiano, cambia il nostro carattere, cambiano i nostri desideri e la nostra visione del mondo: cambia quindi anche l’amore, ciò che esso è per noi o come lo proviamo per qualcun altro.
Se pensiamo all’amore come ad un prodotto aritmetico, ovvero composto da due termini, possiamo immaginarci come scattare una istantanea di cosa sia l’amore possa essere fuorviante: l’amore quando si è in due cambia a velocità doppia! Se invece si volesse parlare d’amore in senso pratico, ovvero l’amore quotidiano di due persone che convivono e che magari hanno anche dei figli, ecco che l’amore è qualcosa di completamente diverso da quello romantico. L’amore diventa in gran parte sopportazione e comprensione: si accettano tutte le caratteristiche dell’altra persona, quelle che ci piacciono e quelle che ci danno fastidio.
In amore il principe azzurro non esiste, nessuno ci trasformerà da ranocchia in principessa e nessun contadinello diverrà re per aver salvato la principessa. L’amore spesso diventa amicizia, stima, una sorta di fratellanza che accomuna due persone che fino ad un certo momento erano sconosciute l’una all’altra. L’innamorato diventa un compagno di vita, un socio d’affari, una persona con cui discutere di bollette e fatture, un qualcuno che ci aiuta nelle faccende quotidiane che, se si vuole aver famiglia, diventano sempre più.
Ci si bacia la mattina al volo, prima di uscire per il lavoro, poi si torna stanchi a casa senza nulla da dire. Ci si beve una bottiglia di vino in due e si pensa a quando si stava su un prato per ore guardandosi negli occhi. Altre volte invece si può litigare – l’amore è anche questo – e poi ci si chiarisce in qualche modo. Una volta che ci si è messi d’accordo, può darsi che anche il legame si rafforzi. Se c’è un problema e lo si risolve insieme diventiamo più forti, più bravi. In questo modo saremo più contenti e orgogliosi di noi stessi e di chi ci ha aiutato: ameremo noi stessi e l’altro.
Altre volte non siamo comprensivi o bendisposti e non ci si riesce a comprendere. L’innamorato viene a quel punto visto come un ostacolo, una persona non gradita o un nemico. A volte ci si lascia – l’amore è anche questo – e non per questo l’amore cessa di esistere. Conosceremo qualcun altro e tutto ricomincerà: guarderemo altri occhi, toccheremo un’altra pelle e ameremo qualcun altro. E i vecchi amori, che sarà di loro? Anche per loro inizierà un nuovo viaggio e noi saremo stati parte della sua vita.
Saremo da loro amati e da loro ricordati. Quando baceranno l’innamorato: talvolta una ciocca di capelli in un posto, un’ombra e un pensiero, porteranno indietro la mente ad altri tempi, ad altri amori: ma l’amore, è sempre lo stesso o è cambiato? Se si parla di amore bisognerebbe parlare anche del contesto sociale: nelle altre civiltà come intendevano l’amore? E come lo intendiamo noi?
L’amore è soprattutto scoperta, di noi stessi e degli altri, ed è una scoperta che spesso non coincide con ciò che scoprono gli altri! Già, perché alla fine non è amore che ciò che amiamo e amiamo ciò che ci rende felici, o che ci fa provare le sensazioni che ci soddisfano. E così talvolta amiamo coloro che ci fan piangere e altre volte siamo noi – magari senza saperlo – la causa delle lacrime altrui.
Ma sia che causi lacrime o sorrisi, l’amore continuerà, imperterrito e senza guardare in faccia nessuno, a lanciar le sue frecce sulle persone, sconvolgendole di punto in bianco e rivelando loro – ricchi e poveri -, che, tutto sommato, non hanno – come spesso si illudono – il controllo su ciò che li circonda.
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